29 Nov Prossimo rientro nelle medie di stagione
Anche il mese di novembre sta per chiudere e fra qualche ora potremo tirare le somme dal punto di vista termico e pluviometrico. Senza fare troppi calcoli possiamo già dire che quello che sta per terminare alla fine risulterà un mese decisamente sopra media termica, che non ha visto irruzioni fredde di nessun genere e che è stato molto piovoso e umido. In attesa di vedere questi tanto sbandierati “geli epocali” che ogni tanto compaiono in qualche sito ma che alla fine non avvengono mai (ricordiamo che le previsioni oltre i 5 – 7 giorni sono sempre ad alto rischio di toppata, specie poi se si tratta di scenari particolarmente gelidi e rigidi), possiamo dire, dall’analisi dei modelli matematici, che dalla prossima settimana probabilmente rientreremo nelle medie termiche di stagione. Tutto questo non prima di passare da una fase ancora mite dovuta ancora una volta dall’arrivo di correnti meridionali sulla nostra penisola, specie al centro e al sud. Andiamo a vedere l’immagine satellitare:
Un sistema depressionario si è isolato poche ore fa nei pressi del Marocco e penisola Iberica. Se prendete una moviola satellitare vedete benissimo il movimento antiorario naturale delle basse pressioni nel nostro emisfero. Questa zona depressa nelle prossime ore si muoverà verso levante andando ad investire le nostre regioni e apportando un altra fase di maltempo. Nel suo tragitto verso levante, la depressione attiverà correnti sciroccali verso la nostra penisola. Al centro sud avremo quindi una accentuazione delle temperature che sono già miti. Nelle prime ore di lunedì il centro depressionario sarà posizionato sulla nostra penisola. Da questa posizione avremo un richiamo di correnti certamente più fresche che riporteranno i valori termici entro le medie di stagione ponendo fine ad una lunghissima fase mite. Durante la prossima settimana probabilmente il basso Mediterraneo rimarrà depresso, un lungo ponte anticiclonico partirà dalle Azzorre fino a raggiungere l’Europa orientale e il getto polare e il flusso perturbato dovrebbero rimanere alti di latitudine.
Alessandro Nardi