02 Nov Il vino e la vendemmia
Camminare dentro un vigneto in questa stagione è un piacere da assaporare, le belle colline dell’aretino coltivate a vigne e ulivi, contornate di antiche fattorie e castelli sono uno spettacolo affascinante: gli occhi vanno dai grappoli maturi in mezzo ai pampini che stanno già cambiando di colore, alla campagna intorno e ricevono una sensazione di pace, di serenità, di lavoro ben fatto tra i filari, curato per mesi e mesi e ora quasi pronto al raccolto. Mentre il vignaiolo gioisce guardando l’uva matura già si domanda come verrà il vino e se valeva la pena lavorare tanto e mentre aspetta che l’uva prenda anche l’ultimo raggio di sole e raggiunga il massimo del sapore e degli zuccheri, segue ogni giorno, ogni ora, l’evolversi del tempo, con il timore che cominci a piovere troppo e l’uva si infradici d’acqua, che venga attaccata dalla muffa o che una grandinata rovini un raccolto perfetto!
Sono andato a vendemmiare da amici che hanno dei bellissimi vigneti sotto Civitella della Chiana, gente esperta e coraggiosa appassionata di vino e amante della terra Toscana, che produce vari vini tutti rigorosamente ottenuti con metodi biologici. Ho potuto seguire tutte le fasi di questo “ rito magico” che inizia con la vendemmia, continua nelle cantine e si conclude nel bicchiere che beviamo a tavola.
Dopo un anno di cure continue, finalmente è ora di raccogliere: si comincia con le uve bianche Vermentino poi si passa al Trebbiano facendo una selezione dei grappoli migliori che verranno posti ad appassire per il Vinsanto.
Mentre prosegue la vendemmia delle uve bianche, in cantina viene preparato tutto il necessario per le fasi successive: la sgraspugliatura, la strettura e la messa nei tini per la fermentazione: tutto deve essere rigorosamente pulito e esente da muffe e odori che potrebbero alterare il gusto e rovinare il raccolto. Come diceva mio padre Gisberto: “Se la cantina unn’è pulita, il vino unn’è bono!”
Adesso è arrivato il momento più importante: dopo aver atteso fino all’ultimo giorno per avere il massimo degli zuccheri e della qualità, si inizia la vendemmia delle uve nere: Sangiovese, Canaiolo, Merlot, Cabernet-Sauvignon. Dalla qualità e dalla cura di queste uve preziose usciranno i migliori rossi dell’azienda. Dalla qualità di quest’uva dipenderà la fortuna o la sconfitta del vignaiolo. Non soltanto, se il vino sarà di scarsa qualità, il produttore avrà un danno economico ma, cosa ancora più frustrante, vedrà il frutto del suo lavoro svilito e vano.
Ora il mosto è nei tini dove avviene la fermentazione primaria o alcoolica, che trasformerà il mosto in vino trasformando in alcool buona parte degli zuccheri dell’uva, un processo complesso che deve essere seguito con estrema cura a cui seguirà più avanti una seconda fermentazione, la malolattica, che darà al vino morbidezza e determinerà la sua qualità definitiva.
Durante le fasi di fermentazione delle uve nere, si procede alla preparazione delle uve scelte per il vinsanto, queste devono essere poste in graticci o piccole cassette dove verranno fatte appassire, selezionando continuamente i grappoli e scartando quelli attaccati da muffe o marciumi. Dopo 3 -4 mesi di cure ininterrotte il mosto ottenuto viene messo in piccole botti (caratelli) dove verrà lasciato a fermentare e ad affinarsi , verrà periodicamente controllato fino al raggiungimento dei 3 anni per poi essere imbottigliato.
E infine torniamo al vino: dopo 6 -7 mesi nei tini in acciaio viene trasferito in botte tronco conica, oppure nelle barriques, dove continua il suo processo di maturazione ancora per 6 -7 mesi . Dopo circa un anno e mezzo dalla vendemmia , il vino ormai pronto e spoglio di ogni impurità viene imbottigliato e lasciato ancora per alcuni mesi a riposo. Infine viene commercializzato ed è finalmente pronto per essere degustato.
Salute! E a chi non piace il vino Dio tolga l’acqua!
Gianfranco Landini