18 Mag Il freddo e la neve del maggio 1957
Dopo avervi parlato del freddo del maggio 1991, di cui potete leggere l’articolo cliccando qui, adesso vediamo un altro maggio, il 1957, in cui si ebbe un evento di freddo storico!
L’ondata di freddo del maggio 1957 si ebbe nella prima decade, tra il 6 e il 10 maggio. In particolare tra il 6 e il 7, la neve fece la sua comparsa sulle nostre montagne fin sotto ai 1000 m di quota. Purtroppo non è segnalato quanta neve fece, vengono segnalate solo le località in ci la neve fece accumulo.
Queste le località in cui si ebbe accumulo di neve:
Santuario della Verna (1128 m);
Eremo di Camaldoli (1111 m);
Campigna (FC) (1068 m);
Vallombrosa (FI) (955 m);
Badia Prataglia (843 m);
Badia Tedalda (756 m).
Dato notevole la neve accumulata ai 756 m di Badia Tedalda!
Non è riportata neve accumulata invece in posti come Consuma (FI) (950 m), Verghereto (FC) (812 m), Vallucciole (780 m) e Montemignaio (730 m), anche se sicuramente queste località videro dei rovesci di neve e spolverate, dato che la neve accumulò nella non lontana località di San Marino a quota 652 m!
C’è da dire che in caso di forti rovesci la quota neve tende a diminuire molto in queste circostanze, quindi ci sta che in qualche località la quota neve sia scesa facendo spolverate fino a quote collinari.
In montagna però non fece molta neve, dato che le precipitazioni furono poco abbondanti, mediamente sui 10 mm. Stimerei in circa 25 cm l’accumulo sulla vetta del Monte Falco – Falterona, che è la zona dove in questi casi fa più neve.
Per quanto riguarda le temperature registrate in quei giorni, le temperature massime non furono particolarmente fredde (come invece avvenne nell’evento del maggio 1991). Tra i dati disponibili, il dato della temperatura massima più fredda è quello dell’Eremo di Camaldoli (1111 m) e di Vallombrosa (955 m) con +6.0°c.
Il motivo delle temperature massime non molto fredde, può essere facilmente spiegabile se consideriamo che siamo a inizio maggio e anche se c’è dell’aria fredda in quota, basta che esca il sole e la temperatura fa presto ad aumentare!
Discorso diverso invece per le temperature minime, che furono fredde e in alcune località si sono avuti dei record assoluti di freddo per il mese di maggio!
Ecco una lista di diverse località con riportata la temperatura minima più fredda. Dato che della nostra provincia di Arezzo non ci sono molti dati, riporto anche dei dati di località vicine.
Città di Castello (PG) (295 m) -3.7°c il giorno 8.
Consuma (FI) (950 m) -3.5°c i giorni 7 e 9 maggio (record mensile assoluto).
Eremo di Camaldoli (1111 m): -3.5°c il giorno 7 (record mensile assoluto, in comune con un’altra data, il 3 maggio 1935).
Campigna (FC) (1068 m): -3.4°c il giorno 7 (record mensile assoluto).
Verghereto (FC) (812 m) -3.1°c il giorno 7.
Stia (479 m) -2.1°c il giorno 8 (record mensile assoluto).
Umbertide (PG) (247 m) -2.0°c il giorno 8.
Vallombrosa (955 m) -2.0°c il giorno 7.
Arezzo San Fabiano (277 m) +0.6°c il giorno 8.
Cortona (393 m) +1.0°c il giorno 7 (record mensile assoluto).
Sansepolcro (330 m): +1.0°c il giorno 8.
Montevarchi (277 m) +1.3°c il giorno 7.
Purtroppo non ci sono immagini di quello storico evento freddo, non rimane che guardare le teoriche mappe di reanalisi, con la temperatura teorica a 850 hPa (circa 1500 m).
Questa è la mappa del 7 maggio: si vede poco perché i colori verdi sono simili, ma sulla Toscana c’era la termica della -2/-4, con la -5 sul nord Italia!
Questa invece è la mappa dell’8 maggio: la termica della -2/-4 è su gran parte dell’Italia e la zero è su quasi tutta l’Italia, arrivando fino alla Sicilia!
Infine, ne approfitto per aggiungere questa bella immagine della zona della Burraia intorno a quegli anni, siamo a circa metà degli anni ’60. Immagine di proprietà del nostro amico e collaboratore Carlo Brezzi, che ringraziamo per questa “chicca”.
L’immagine ritrae lo Chalet La Burraia (1360 m). Da qui partiva l’impianto di risalita per le piste da discesa che una volta c’erano alla Burraia, oggi sono visibili i tralicci abbandonati dell’impianto, che da qui arrivava alla vetta del Monte Gabrendo (1539 m). L’edificio dello Chalet La Burraia c’è ancora oggi, pure aperto in qualche periodo, e lo potete notare facilmente percorrendo la strada che arriva ai Fangacci; il paesaggio però è notevolmente diverso, al giorno d’oggi ci sono tanti alberi in più.
Simone Paolucci