23 Nov Galassie: la Sequenza di Hubble
Abbiamo già parlato delle galassie, definite come agglomerati di stelle, gas e polveri (nubi di materia oscura interstellare), legati tra loro dalla forza di gravità e orbitanti intorno a un punto centrale. e di come per molti secoli (se si pensa bene, la scoperta é piuttosto recente) si riteneva che la nostra Via Lattea fosse l’unica in tutto l’universo. I progressi in campo scientifico hanno chiarito non solo le dimensioni della nostra “casa” ma anche che siamo letteralmente circondati da un numero imprecisato (e sicuramente altissimo!) di altre galassie.
In questo caos galattico non si poteva non avere la necessità di fare ordine e “catalogazione!” sembra la parola d’ordine del bravo astronomo ricercatore 🙂
Dobbiamo agli astronomi americani Hubble prima (nel 1926) e a Sandage (revisione, nel 1961) la prima stesura della classificazione delle galassie che é ancora oggi in uso.
Prima di tutto Hubble collocò la Via Lattea all’interno del cosiddetto “gruppo locale”, classificazione che comprende più di 70 galassie, per la maggior parte di piccole dimensioni ma i cui membri più massicci sono rappresentati dalle tre grandi spirali presenti: la Galassia di Andromeda, seguita dalla Via Lattea e dalla Galassia del Triangolo.
Dopodiché classificò le galassie note al tempo, in base alle loro caratteristiche morfologiche suddividendo le galassie regolari in tre ampie classi (ellittiche, lenticolari e spirali) ed una quarta classe che comprendeva galassie di aspetto irregolare: nasceva la Sequenza di Hubble.
A seconda dalla loro forma, si osservano quindi:
galassie ellittiche (E), la cui forma è riconducibile a quella di un ellissoide di rotazione; come indica la loro luminosità, che decresce dal centro verso la periferia, in esse la maggior parte delle stelle si trova addensata intorno al centro della galassia e non hanno praticamente nubi di gas e polveri. Ulteriormente suddivise in 8 sottogruppi, (da E0 a E7: il numero indica un grado di appiattimento crescente);
galassie lenticolari (S0, SB0) la cui forma é composta da uno sferoide centrale (bulge) e da un disco senza evidenza di bracci di spirale. Ognuna delle due classi si divide in tre sottoclassi designate con gli indici 1,2,3. Non mostrano alcuna struttura a spirale. Le SB0 presentano una barra che a seconda della prominenza ne definisce l’appartenenza ad una delle sottoclassi precedentemente elencate.
galassie a spirale (S) e a spirale barrata (SB), di forma discoidale, in cui, da un brillante nucleo centrale si dipartono lunghi bracci a spirale. In esse si alternano regioni luminose, dovute a un maggior addensamento di stelle, e regioni oscure, in cui sono presenti nubi di gas e polveri. Sono ulteriormente suddivise in tre sottogruppi, distinti dalle lettere a, b, c (Sa, Sb e Sc), con cui si indicano le differenti dimensioni del nucleo (molto pronunciate in a, trascurabili in c). Le galassie a spirale barrata sono simili alle galassie a spirale ma i bracci partono da una specie di barra che attraversa il bulge invece che direttamente da esso. I parametri di classificazione sono gli stessi delle galassie a spirali normali. La nostra Via Lattea appartiene a questo gruppo.
galassie irregolari (Ir), di forma non ben definita, sistemi disturbati o interagenti e con massa e luminosità in genere ridotte.
La limitazione di questa classificazione e di altre successive (simili, seppur con qualche modifica) é che si basano tutte sull’ analisi soggettiva delle immagini; sono inoltre limitate da effetti di risoluzione, profondità e banda passante delle immagini analizzate. Tuttavia, la Sequenza di Hubble e’ il sistema più comunemente usato per classificare le galassie, sia nella ricerca astronomica professionale che tra gli astrofili.
Roberta Gori
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