10 Apr Gagarin: 50 anni fa il primo uomo nello spazio!
Che anno formidabile quel 1961 per un ragazzo innamorato del cielo!
Dopo l’eclisse totale del 15 Febbraio che vi ho già descritta, la corsa verso le stelle ebbe uno scatto improvviso il 12Aprile, era il giorno del mio compleanno e Yuri Gagarin diventò improvvisamente il primo uomo nello spazio. Un uomo semplice, figlio di operai, aveva sfidato il cielo, dopo secoli di sogni di speranze e di paure, ancora una volta un uomo aveva attraversato le colonne d’Ercole, come Colombo, come Lindemberg, un altro tabù era caduto: l’uomo poteva andare nello spazio a bordo di un missile, girare intorno alla Terra e tornare vivo!
Noi ragazzi di Colcitrone eravamo affascinati dalla sfida spaziale tra Russi e Americani, ne parlavamo e ne discutevamo come per una partita di calcio o per il Saracino, la gara spaziale era ovviamente anche politica: entrambi i contendenti usavano la gara per lo spazio e per la Luna come propaganda ma per noi ragazzi e per me in particolare gli spettacolari risultati di quella sfida erano il futuro, la speranza di un mondo nuovo dove, come disse Gagarin guardando per la prima volta nella storia la Terra dallo spazio, non c’erano confini e il mondo era solo uno. Queste le sue parole piene di emozione:
-“ La Terra è bellissima, azzurra e non ci sono confini oppure barriere”.
– “ Il cielo era nero, pieno di stelle, come un campo arato e seminato di fresco”.
Aveva 27 anni Yuri Alekseevic Gagarin, era stato scelto tra 3.461 candidati, era tranquillo quella mattina, sapeva che poteva morire quel giorno, il KGB aveva preparato tre diversi annunci: uno, quello che fu poi letto ufficialmente, per il successo della missione, più altri due nel caso di insuccesso o di disgrazia.
Nevicava quella mattina, mentre l’autobus lo portava verso la rampa di lancio, fece fermare il mezzo e sceso a terra fece pipì contro una ruota , cosa che fu poi ripetuta per anni da tutti gli astronauti (anzi cosmonauti) come un rito scaramantico.
Alle 9,07 inizia il decollo dalla base segreta di Baikonur, dopo 119 secondi, si staccano dal corpo centrale del missile i quattro motori ormai vuoti, dopo 300 secondi il corpo centrale si stacca dalla navicella che entra in orbita, poi, dopo uno stravolgente e assordante viaggio cessa la vibrazione e nel silenzio improvviso, Yuri in assenza di peso si rende conto di essere in orbita e guarda giù da uno dei tre oblò della Vostok. Per circa un’ora l’astronave vola sopra la Terra a un’altezza massima di 302 Km. Compiendo un intero giro intorno al globo, Il volo dura in tutto 108 minuti compreso il rientro.
Come Icaro, Yuri rischiò di precipitare al suolo. Alle 10,25 il modulo di servizio accende i retrorazzi per 42 secondi ma non riesce a distaccarsi dalla capsula che, squilibrata, si mette a roteare fuori controllo finchè l’enorme calore sprigionato dall’impatto con l’atmosfera non disintegra i lacci metallici che lo tenevano agganciato. Riequilibrata, la capsula continua il rientro in una scia di fuoco, alle 10’35 il modulo rientrato nell’atmosfera è una palla di fuoco il calore è insopportabile e Gagarin a un’altezza di 7000 metri si eietta fuori con il sedile di espulsione e apre il paracadute, a 4000 metri si separa dal seggiolino, ma accidentalmente si apre anche il paracadute di riserva, mentre scende verso il suolo guarda preoccupato i due paracadute che rischiano di intrecciarsi e di farlo precipitare come un sasso. Alle 10’55 atterra nei campi di una fattoria collettiva e alla contadina Anna Taktarova e a sua figlia dice, togliendosi il casco:
– “ Sono uno di voi, un sovietico, e sono il primo uomo dello spazio. Avete il telefono, devo comunicare che sono arrivato sano e salvo”.
Il mondo rimase stupito e meravigliato da quell’impresa da molti ritenuta impossibile, la Russia di Krusciov ebbe un incredibile messaggio propagandistico mentre l’America restava confusa e umiliata dalla tecnologia russa. Ma la gara continuò, dopo il primo smarrimento, il presidente Kennedy rilanciò: “l’America arriverà per prima sulla Luna con un equipaggio umano!”
Sembrava allora una sfida impossibile: gli americani non riuscivano a mettere in orbita che piccoli apparecchi di pochi chilogrammi mentre i russi oltre ad essere già andati nello spazio con un uomo, inviavano astronavi pesanti tonnellate ed erano in grado di atterrare sul suolo, mentre gli americani dovevano far cadere in mare i loro satelliti.
Alcuni politici ed economisti vedevano la corsa allo spazio come uno spreco enorme di soldi e di risorse umane, ma quella sfida che a molti sembrava insensata , avrebbe prodotto un’accellerazione a tutta la ricerca e un’infinità di brevetti e di tecnologie che avrebbero trasformato il mondo. La sfida spaziale sembrava dominata dal ferro e dalla forza bruta dei motori a razzo, dalle tonnellate di peso utile da mandare in orbita. Noi ragazzi, che sapevamo il nome di tutti i razzi e i satelliti che venivano lanciati in quegli anni, discutevamo di potenza di spinta , di Kilogrammi e di tonnellate e non sapevamo che nel mondo nuovo la potenza si sarebbe chiamata con nomi nuovi e strani: computer, software, bytes……..
Gianfranco Landini
Nota: alcuni particolari sono stati ripresi dal Corriere della Sera del 5 aprile e non erano conosciuti all’epoca perché tutto era segretissimo, compresa la base di lancio e il progettista capo, Sergei Korolev.