26 Ott Da “Apollo” ad “Artemis”: Viper e la nuova esplorazione lunare
Nel 1971 la missione Apollo 15 pose le basi per l’esplorazione della Luna con degli strumenti scientifici adatti alla raccolta di campioni da analizzare, per riuscire capire di più sulla composizione del suolo e sulla tipologia delle risorse presenti.
Oggi alla NASA, a 50 anni di distanza, nell’ambito del progetto Artemis volto a portare nuovamente l’uomo sulla Luna, c’è in fase di test un nuovo rover: VIPER (Volatiles Investigating Polar Exploration Rover). Il suo lancio è programmato per il 2023 con un razzo Falcon-Heavy di Space X e il luogo dell’atterraggio è stato stabilito dalla NASA proprio in questi giorni.
VIPER atterrerà vicino al bordo occidentale del Cratere Nobile al Polo Sud della Luna ed esplorerà sia la superficie che il sottosuolo di quella regione, con lo scopo di cercare acqua e altre risorse. Questa zona della Luna non è mai stata esplorata ed è una delle più fredde del Sistema Solare, per questo si pensa di trovare con buona probabilità acqua e ghiaccio nei crateri.
Il Cratere Nobile è stato scelto anche perché è ritenuto il più adatto per i movimenti di VIPER e per la vicinanza di altri tipi di siti di valore scientifico. Dotato di fari da utilizzare nel buio lunare, sarà equipaggiato di ruote e sistemi di sospensione per le varie pendenze del terreno e di mappe digitali della superficie. Il rover avrà il compito di esplorare zone che non sono illuminate dalla luce del Sole da miliardi di anni e, traendo energia dai pannelli solari, dovrà destreggiarsi rapidamente tra le varie oscillazioni estreme di temperatura tra luce e buio. Le batterie infatti dovranno conservare la carica per sostenerlo nell’esplorazione e durante le comunicazioni con la Terra.
VIPER fornirà reali indicazioni sul suolo e sulle risorse presenti nel sottosuolo lunare, e darà maggiori informazioni per produrre una buona mappa delle risorse globali. In questo modo capiremo qualcosa in più sull’origine e l’evoluzione del nostro satellite, potremo preparare meglio le future missioni progettate con equipaggio e nel futuro stabilire una presenza prolungata dell’uomo sulla Luna.
Credit: NASA/Daniel Rutter
Articolo a cura di Cristina Graverini