04 Gen Eclisse con gli Astrofili di Arezzo
Mentre mi dirigo verso il Torrino è ancora buio, davanti a me brilla luminosissima Venere, ci troviamo tutti in cima al passo, sono le sette del mattino, fa freddo,e alcune persone sono già in vetta, siamo vestiti come sciatori, verso Est si vede il primo chiarore che precede l’alba, partiamo verso Poti, Venere sembra un lampione, una stella cometa che ci guida come i Re Magi, nel profilo dei monti neri nella notte piccoli paesi spiccano con le loro luci.
Sul crinale guidiamo veloci, per arrivare in tempo al nostro appuntamento con l’eclisse, ai lati della strada le erbe gelate mandano riflessi quando i fari le colpiscono, sul lato Ovest Arezzo è ancora nella notte, le luci delle strade segnano linee dritte e luminose, a Est sulla nostra destra il chiarore dell’alba si è fatto più intenso. Dobbiamo far presto: gli strumenti devono essere piazzati e orientati correttamente prima che sorga il sole, infatti quando apparirà all’orizzonte l’eclisse sarà già iniziata.
Arriviamo sulla cima di Poti, dietro i ripetitori e inizia un’attività frenetica, ognuno tira fuori i propri strumenti e inizia a piazzarli, a orientarli con il Nord celeste, a montare i filtri solari, comincio a scattare foto al gruppo e al panorama che si intravede bellissimo nella luce dell’alba: tutta la valle del Tevere è sotto di noi, si vedono diversi paesi e le montagne dell’Appennino già illuminate dal sole, le cime innevate brillano.
E’ sorto il sole, nel cielo solo qualche piccola velatura, forse riusciremo a fare una buona osservazione anche se sappiamo che le nubi stanno arrivando. C’è un po’ di confusione ognuno controlla se i suoi strumenti sono allineati e pronti, tutti iniziamo a scattare foto e a fare riprese, qualcuno invita a fare silenzio per godere dello spettacolo in pace, ed è giusto: gli spettacoli del cielo meritano attenzione e calma, meritano rispetto e ammirazione. La luce del sole cala d’intesità, siamo a metà del fenomeno, le nubi a momenti coprono il sole ma senza mai oscurarlo, per il momento sta andando bene, gli strumenti funzionano facciamo delle buone foto, ci rilassiamo un po’, mi diverto a fare foto agli amici e agli strumenti.
Sono le 9,10 l’eclisse è al suo massimo, la luce è calata sensibilmente, negli strumenti il sole è una falce luminosa nel buio, ci godiamo il momento, andiamo a vedere il fenomeno sui vari strumenti, li confrontiamo, poi torniamo ancora a correggere ad aggiustare…
Lorenzo sta manovrando una cinepresa, il telescopio e la macchina fotografica mentre Francesca mezza congelata si scalda in macchina, Luttini , quello dell’analemma solare, è alle prese con tre macchine fotografiche una delle quali è montata su un solido treppiede autocostruito , Marco sta manovrando il suo bellissimo strumento e segue l’eclisse facendo decine di foto che verranno elaborate al computer. E’ uno spettacolo vedere la passione, la precisione, la preparazione di questi “ragazzi” ognuno di loro ha conoscenze di fisica. di astronomia, di ottica, di matematica, di informatica, sanno usare correttamente decine di strumenti diversi, sono bravi fotografi e tutti hanno la stessa passione che li ha fatti alzare al buio stamani e spesso li fa andare a letto molto tardi la sera. Siamo qui in cima a un monte, mezzo congelati, con un venticello sottile che ti gela le mani ogni volta che scatti una foto, avremmo voglia di un caffè, di mangiare, di scaldarci… Perché siamo qui stamattina? Potevamo starcene a letto, e poi guardare le foto su internet, magari fatte da gente con strumenti migliori dei nostri, con riprese in alta quota, selezionate tra mille e allora perché siamo qui a prendere freddo?
Vedere l’eclisse dal vivo, come qualunque fenomeno celeste, viverlo, comprenderlo è come assaporare un buon vino, una pietanza squisita oppure farselo raccontare. Lasciatevi prendere da questa passione, guardate il cielo: troppa gente vive una vita guardando solo la terra, c’è ordine e bellezza nella volta stellata, ti fa sognare e pensare, ti rende curioso di sapere e ti fa stupire come un bambino, gran parte della scienza, della storia e del progresso umano sono dovute a uomini che guardavano il cielo, forse non diventerete scenziati e a volte prenderete il raffreddore ma non vi pentirete mai di aver guardato il cielo .
Ricordiamo il sito www.arezzoastrofli.it
Gianfranco Landini