16 Nov Spuntano ipotesi fredde per l’ultima decade di novembre
Che fino ad ora questo mese è risultato mite e molto piovoso ce ne siamo accorti tutti e non c’era bisogno, forse, di ribadirlo in questo articolo. Molti si chiedono, soprattutto gli appassionati di questa scienza inesatta, quando arriveranno le prime manovre invernali sulla nostra penisola.
Ebbene, prendendo in esame alcuni indici teleconnettivi, specie quelli che riguardano direttamente il nostro comparto, notiamo che sia l’ Arctic Oscillation (AO) che la North Atlantic Oscillation (NAO) saranno in caduta libera: ciò significa maggiori possibilità di discese fredde verso le basse latitudini, blocchi alle westerlies atlantiche, complice un vortice polare debole e splittato in due lobi, quello canadese e quello euro-asiatico.
Prendendo in esame il modello Ensemble di GFS, (in gergo chiamato “Spaghetti”) riferito alla nostra zona, possiamo notare come nella coda ci siano molti clusters che puntano al ribasso (in esame sono prese le temperature alla quota isobarica di 850 hpa, circa 1500m slm), sintomo che ci sono delle possibilità che nell’ultima parte del mese un po’ di freddo invernale possa venire a farci visita.
Da questo modello, che pondera molte ipotesi sul tempo dei prossimi giorni (detta in maniera semplicistica ovviamente), notiamo anche un probabile peggioramento del tempo per giovedì prossimo e uno ancora più netto nel prossimo week end, preceduto da un certo rialzo termico (nella parte più bassa del grafico allegato vengono prese in esame le possibili probabilità di precipitazioni).
Ora passiamo ad esaminare il modello matematico ECMWF (europeo, inglese per la precisione) riferito al lungo termine: come possiamo notare il vortice polare è disgregato e molto debole (AO-), diviso in due lobi come specificato nella cartina. In atlantico abbiano una presa dinamica dell’anticiclone delle Azzorre, disposto per meridiani, manovra facilitata dalle anomalie superficiali marine (SSTA) positive del comparto nord-atlantico.
Da verificare la tenuta dei geopotenziali nel basso atlantico e la radice subtropicale dell’alta pressione, in modo che non vi sia un eccessivo spostamento ad ovest delle saccature fredde (nel caso di NAO troppo negativa). Come si può vedere una parte del lobo euroasiatico potrebbe scendere di latitudine, venendo a colpire con la saccatura annessa, buona parte dell’Europa centrale e forse della penisola, attirata anche dall’area depressa (ormai da molto tempo) sul Mediterraneo centro-occidentale. In questo caso si presenterebbe la prima vera avvezione fredda con caratteristiche del tutto invernali, con abbassamento notevole delle termiche rispetto a quelle che si registrano in questi giorni. Situazione molto incerta e da ponderare bene nei prossimi aggiornamenti modellistici.
Alessandro Nardi