25 Apr 100 anni fa il terremoto di Monterchi
Per non dimenticare, domani ricorre il 100° anno dal terremoto di Monterchi, il disastroso terremoto del 26 aprile 1917.
Il terremoto ebbe epicentro appena a sud di Monterchi, al confine con l’Umbria e fu di magnitudo 6.0 (6.0 di magnitudo momento e 5.8 di magnitudo richter, al giorno d’oggi come magnitudo viene indicata quasi sempre la magnitudo momento). In scala Mercalli fu stimato tra il IX e il X grado nel paese più colpito, quello di Monterchi. Furono circa 20 le vittime del terremoto, di cui 10 nel solo paese di Monterchi.
Si tratta del terremoto più forte e distruttivo avvenuto in epoca recente nella nostra provincia, che come ben sappiamo ha nelle zone di Valtiberina e Casentino le aree più a rischio sismico.
Non solo Monterchi, ma ovviamente tutta quella zona di Valtiberina tra Toscana e Umbria furono colpite: i comuni colpiti maggiormente furono Monterchi, Citerna e Monte Santa Maria Tiberina (quest’ultimo all’epoca faceva parte della provincia di Arezzo). Monterchi fu quasi interamente distrutto: il 90% delle case del paese crollarono o furono rese inagibili. Danni gravi furono riportati anche nei paesi vicini più grandi di Sansepolcro e Città di Castello. Danni meno gravi nella città di Arezzo, danni lievi in Casentino e nel nord della Valtiberina (i paesi di Pieve Santo Stefano e Caprese Michelagelo furono risparmiati).
La scossa distruttiva avvenne alle ore 11.35, c’erano già state altre lievi scosse in mattinata di cui una alle ore 11.00 e una alle ore 11.30 e per questo diversa gente era fuori dalle abitazioni.
Sotto riporto una testimonianza del priore E. Fattorini di Citerna.
“Pochi minuti che rapidamente volarono, quando ecco si ripeté un boato immenso, un urlo promiscuo di tutti gli elementi sconvolti, un sussulto un ondulamento un sovvertimento che tutti inebetì, tutti sconvolse. I tetti, le pareti, le case cadono, rovinano, si sfasciano. La polvere, la caligine, la nebbia si addensano, il sole si oscura, il cielo diventa nero, l’aria non è respirabile; la morte si sente vicina, potente, dominatrice di persone e di cose.”
La sequenza delle scosse, con la scossa distruttiva delle ore 11.35 del 26 aprile, iniziò alle ore 5.25 di quel giorno e le repliche terminarono il 6 maggio.
Altre testimonianze storiche dell’evento lasciano ben capre quello che successe quel giorno e nei giorni successivi al disastro, con aiuti alla popolazione data dei paesi vicini e poi dalle città come Arezzo, Perugia, Firenze, Bologna e Roma. Potremo dire scene analoghe a come abbiamo visto in altre zone d’Italia anche in questi ultimi anni.
Alcune immagini della distruzione avuta tra Monterchi e Citerna. Immagini che sono riuscito a trovare (ho cercato di migliorare la qualità) e che testimoniano la distruzione avuta. Sono passati 100 anni da quel terribile evento.
In questa mappa dell’ INGV sono visibili alcune curiosità sull’evento, in particolare l’intensità in scala Mercalli in varie località, ossia i danni avuti.
Da notare l’intensità tra il IX e il X grado in prossimità dell’epicentro. Arezzo e varie zone della Valdichiana ebbero intensità del VI grado. Cliccate sulla mappa per ingrandirla e vedere meglio.
Sotto riporto le intensità in scala Mercalli avuta in alcuni paesi e frazioni, sempre dati ufficiali dell’ INGV.
Monterchi IX-X
Petretolo (frazione di Monterchi) IX-X
Citerna (PG) IX
Lippiano (PG) IX
Monte Santa Maria Tiberina (PG) IX
Padonchia (frazione di Monterchi) IX
Ripoli (frazione di Monterchi) VIII-IX
Fonaco (frazione di Monterchi) VIII
Le Ville (frazione di Monterchi) VIII
Anghiari VII-VIII
Sansepolcro VII-VIII
Trestina (PG) VII-VIII
Castello dei Sorci VII
Città di Castello (PG) VII
San Giustino (PG) VII
Selci (PG) VII
Umbertide (PG) VII
Castello di Montauto VI-VII
Arezzo, San Polo, Badia Tedalda, Bagno di Romagna (FC), Castiglion Fiorentino, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana e Monte San Savino, tutte zone che hanno avuto grado VI.
Nelle altre zone di Valtiberina e Casentino non ci furono danni particolari, il grado della scala Mercalli è in tutte sotto il VI, come si può vedere anche nella mappa messa sopra.
Infine un paio di immagini di come è Monterchi al giorno d’oggi.
Simone Paolucci